Chiesa e Stato, Fedeli e Cittadini

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Questo articolo si proprone di riflettere sugli eventi e le polemiche avvenute in riferemento al 25 aprile e lo “scontro” tra i festeggiamenti e il lutto nazionale per la morte del Papa. Viene volontariamente pubblicato dopo i festeggiamenti per poter ragionare a mente fredda su quanto accaduto.

Stato laico

Cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco non sono adeguati ad uno Stato che si dichiara e che è laico. Ogni fedele, credente, religioso è libero di ricordare e di onorare la perdita del Santo Padre. Questo però non deve in alcun modo limitare o frenare il funzionamento e la vita dello Stato e dei cittadini italiani. Se un cittadino italiano cattolico vuole e decide di onorare il Papa col silenzio in un lutto di cinque giorni è libero di farlo.

Il punto è che questo non è un lutto della Nazione, ma un lutto della Chiesa. Se la Chiesa dispone un lutto di giorni, allora ogni credente e fedele sarà chiamato a rispondere in quanto facente parte alla comunità che ha subito la perdita di una figura cardine. Ma l’Italia in quanto Nazione e Stato non ha subito alcun tipo di perdita. Non è venuto meno una figura come Mattarella, La Russa o Meloni. Poi che Chiesa e Italia abbiano un forte legame è un altro conto. Che vorrei ricordare è tutt’ora forte grazie alle convenienze politiche dovute alla stretta dei Patti Lateranensi tra Chiesa e il fascismo di Mussolini.

Comunque, è giusto ricordare perché è così importante festeggiare il 25 aprile. E perchè il 25 aprile è così importante per la nostra memoria nazionale e, oserei dire soprattutto, umanitaria.

Antifascismo

Il 25 aprile è antifascista. Essenzialmente è contro il fascismo, non solo quello italiano, ma qualsiasi forma di dittatura e di governo totalitario che si fonda e si giustifica tramite l’uso della violenza.

Forse, è importante ricordare ai nostalgici o ai simpatizzanti che a loro è possibile esprimere la loro opinione (molto criticabile) soltanto perché questo Stato non è fascista. Mussolini da buon retore e grande demagogo scriveva:

«E se la libertà dev’essere l’attributo dell’uomo reale, e non di quell’astratto fantoccio a cui pensava il liberalismo individualistico, il fascismo è per la libertà. È per la sola libertà che possa essere cosa seria, libertà dello Stato e dell’individuo nello Stato».

B. Mussolini, Scritti e discorsi, Feltrinelli, Milano, 2022, p. 481.

La libertà di cui parlava il dittatore italiano non consiste niente meno che nella servitù volontaria di cui abbiamo già trattato. Nel fascismo libertà e completa cieca obbedienza allo Stato coincidono. Per capirci: sei libero di obbedire agli ordini. L’alternativa all’obbedienza volontaria è l’obbedienza forzata dalla violenza. Oppure, la morte.

Riassumendo, in uno Stato fondato e giustificato sulla e dalla violenza, in uno Stato fascista, la libertà si declina progressivamente diminuinendo in queste modalità: obbedienza, tortura e morte.

Il 25 aprile si manifesta contro lo Stato violento, è il rifiuto della violenza come fondamento della vita di una comunità.

Liberazione e rispetto per i defunti

Il lutto c’è. La morte di un personaggio come Papa Francesco significa tanto. Sia per il mondo cattolico quanto per quello laico. Le riforme fatte dall’ex potefice sono molte e con un fortissimo significato di sfida, riforma e progessismo. Soprattutto rispetto ai suoi predecessori. Perchè, dobbiamo ricordare, senza che questo diventi un alibi, che Jorge Mario Bergoglio era comunque un uomo. E in quanto tale doveva rispettare e muoversi entro limiti politico relazionali. Tra questi vi era la condizione di essere successore di una certa linea politica cattolica. Il che semplicemente significa che non poteva distaccarsi troppo, o troppo drasticamente, dalle posizioni attuate e prese da Papa Benedetto XVI (Joseph Aloisius Ratzinger).

Questo però non significa che per la perdita di una grande personalità debba silenziare il ricordo della riconquista della libertà dello stesso Stato che permette una libera professione di fede nonstante si dichiari laico. La morte di migliaia di persone che hanno perso la vita per difendere e riprendere la libertà dell’Italia non può essere silenziata per la morte di un uomo, seppur d’animo nobile come Paa Francesco.

Onore e rispetto per Papa Francesco. Onore e rispetto che però non devono essere assolutamente sfruttati come strumento per silenziare il ricordo di una rumorosa e sanguinosa pagina nera della storia italiana. Questo significherebbe mancare di rispetto ai partigiani, ai cittadini italiani e non italiani, tanto quanto allo stesso Bergoglio.

Non è accettabile alcun tipo di silenzio contro la violenza

Il fascismo è stato un erroe che non è nato dal niente. I venti, lunghi e infiniti, anni di regime si sono costruiti col silenzio. La passiva accettazione di repressioni, violenza, censura… Accettazione passiva soprattutto di movimenti politici e di alleanze politiche di convenienza. Nella serie TV M – Il figlio del secolo (ripresa dall’omonimo libro di Antonio Scurati) viene ben messo in mostra come il fascismo si sia insinuato pian piano nel governo per convenienze, pigrizie e soprattutto silenzi inopportuni.

Ora, questo articolo esce dopo il 25 aprile e non ha niente a che vedere con una critica agli onori e alle celebrazioni fatti a Papa Francesco. La critica è mossa verso alle modalità e agli intenti di portare silenzio, a dimenticare e ad alleviare cosa è stato il fascismo. E non possiamo dire altro se non che è stato un errore tragico e comune dovuto al silenzio di troppi (come la Secessione dell’Aventino) e alle convenienze di pochi.

Apologie e reati

Nell’art. 4 della legge Scelba attuativa della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione si condanna ogni forma di apologia al fascismo. L’apologia consiste nell’esaltare o nel difendere pubblicamente, un’azione riconosciuta reato dalla legge. Dunque, ogni forma pubblica di esaltazione o di difesa del fascismo è reato secondo la Legge italiana.

Eppure ogni anno vanno in scena pubblicamente apologie per le camice nere. Anche quest’anno sulle sponde del lago di Como a Dongo si è tenuta una manifestazione nostalgica. Poi nostaligia di cosa? Della violenza? Del dispotismo? Della pseudoscienza? Della demagogia? Dell’ignoranza? Delle false promesse? Delle torture?

Però il problema è un altro. Che l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) sia intervenuta e abbia contro manifestato è un bene. Ma la domanda che sorge spontanea è un’altra. Dove sono le autorità dello Stato che devono sanzionare il reato? Così come accadde il 22 marzo 2019 al Cimitero Monumentale di Milano, nessuno intervenne. L’intervento venne successivamente con la rimozione della targa apologetica dopo la segnalazione della stessa Anpi.

Dove sono le autorità competenti, la polizia, i carabinieri… quando vanno in scena i cortei e le manifestazioni fasciste che sono reato?

Perchè bisogna dirlo e dobbiamo dirlo. Oggigiorno in questo stato che è per costituzione antifascista si caricano gli studenti ma si lasciano manifestare in tranquillità i neofascisti.

Non possiamo e non dobbiamo tacere. Perché tutto l’orrore del ventennio nero è nato dal silenzio e dalla accettazione della violenza. E noi non possiamo e non vogliamo accettare la violenza.

Condividete!


Riferimenti

Sui cinque giorni di lutto nazionale.

25 aprile festa della Liberazione d’Italia.

Patti Lateranensi.

M – Il figlio del secolo (miniserie televisiva).

Le riforme attuate da Papa Francesco.

Secessione dell’Aventino.

B. Mussolini, Scritti e discorsi, Feltrinelli, Milano, 2022.

E. De La Boétie, Discorso della servitù volontaria, Universale Economica Feltrinelli, Milano, 2024.

La foto in evidenza è stata recuperata dal sito del Ministero della Difesa.

Legge Scelba: Wikipedia, Gazzetta Ufficiale.

I fatti di Dongo: Il Fatto Quotidiano, La Repubblica, Ansa.

L’apologia fascista al Cimitero Monumentale di Milano: Corriere della Sera.


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Una replica a “Chiesa e Stato, Fedeli e Cittadini”

  1. Avatar Trump a capo del (suo) mondo – Get Back

    […] prima di concludere facendo sembrare una mera lamentala, vorrei ricordare, come già fatto precedentemente, che queste amministrazioni e personaggi non arrivano dal nulla. Il silenzio, la propaganda, […]

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