Gigi: Comunque amo la vita.
Bruno: Ma stai piangendo? Sei triste, come fai ad amare la vita, stai male.
Gigi: Certo sto soffrendo, però questo non significa che la vita non sia bella e poi se soffro significa che son vivo.
Bruno: Meglio essere felici che tristi, provare piacere che dolore.
Gigi: È meglio però non significa che provare dolore ed essere triste non sia una cosa buona. Se devo dirtela tutta, son felice di essere triste.
Bruno: In che senso?
Gigi: Ma scusa perché l’una dovrebbe escludere l’altra? Perché dobbiamo per forza definire solo la felicità come una cosa positiva mentre la tristezza e il dolore come negativi?
Bruno: Perché se sei felice stai bene, se sei triste stai male. Per questo è un male essere tristi.
Gigi: Essere felici o realizzati come dicevano i greci, non è uno stato mentale o psicologico, è una condizione d’essere, un sentirsi completo. Ma questo non prescinde il fatto che chi sia felice non possa soffrire, anzi soffrire ti dà la certezza che sei vivo.
Bruno: Ma anche essere gioiosi, provare piacere ti fa sentire vivo.
Gigi: Certo, ma la sofferenza ti fa rimanere coi piedi per terra, mentre la gioia ti fa volare in aria. Quante volte hai vissuto un’esperienza o una relazione “da sogno”, talmente tanto bello che hai capito il valore di quello che avevi solo quando poi lo hai perso. Perché? Perché stavi soffrendo. Perché quando siamo felici troppo spesso prendiamo le cose per scontato e viviamo come se fossimo in un sogno e allora solo sbattere la testa ci può fare capire che siamo in realtà vivi, che non stiamo sognando. Sii felice e ringrazia anche per ogni dolore che provi, perché se stai provando qualcosa vuol dire che sei vivo, perché se provi dolore significa che non sei in un sogno, perché nei sogni tutto può andare sempre bene, ma tutto non è che un’immagine distorta riflessa.
Bruno: Quindi dovremmo continuare a soffrire per sentirci vivi?
Gigi: No. Soffrire non è la soluzione per essere veramente vivi, soffrire per ciò che conta è la soluzione. Soffrire perché si ha perso qualcosa a cui si teneva, piangere per la perdita di una persona amata. Questa è la sofferenza di cui parlo, della quale sono felice di provare. Perché se soffri significa che quello che hai vissuto era reale, che tu ci hai messo la tua vita lì dentro. Queste lacrime non sono vuote, non sono sprecate, non sono finte, queste lacrime sono vita, sono un saluto e un ringraziamento a quello che ho vissuto. Perché non ringraziamo abbastanza Bruno, non piangiamo abbastanza, soprattutto per quello che conta.
Bruno: Perché però dovrei godermi un momento di tristezza e non pensare a come tornare ad essere felice?
Gigi: Bruno, vivi ogni momento come se fosse l’ultimo, perché potrebbe davvero essere l’ultimo, perché ogni piccolo e singolo momento è degno di essere vissuto come se fosse l’apice della tua vita. Vivi come se fosse il tuo ultimo momento perché solo così non avrai rimpianti, rimpianti di non aver fatto quel “primo passo”, rimpianti per esserti comportato come loro volevano, rimpianti per non aver detto un “grazie”, rimpianti per non aver riso e amato abbastanza. Vivi come se fosse l’ultimo momento perché ogni momento è l’ultimo per davvero, perché non ci sarà mai un altro momento come quello che è appena passato. Perché pure una lacrima può portare un sorriso, perché pure una lacrima vale quanto un successo. Sii felice se soffri perché vuol dire che della vita tua e della vita altrui ti importa, sii felice se soffri perché significa che ti curi e ti interessi alla vita. Ricorda: non c’è amore nel cuore di un uomo che non soffre, perché non sa ringraziare.
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