Un’esistenza di scelte.

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“L’importanza di scegliere nella nostra esistenza e cosa presuppone la scelta”, questo è l’argomento proposto che oggi proverò a trattare.

Il filosofo danese Soren Kierkegaard mette al centro della sua riflessione filosofica la scelta. La vita è fatta di scelte e necessariamente dobbiamo prendere una decisione. In ogni momento a noi si presenta un “bivio” (più come immagine che come espressione per dire che sia sempre una scelta tra due opzioni) e siamo chiamati a prendere una delle due vie. Per il pensatore danese la libertà è la nostra maledizione. Siamo liberi e dunque siamo obbligati a prendere continuamente decisioni. All’interno di questo paradosso si sviluppa la sua riflessione. Il carattere fondamentale che sottolinea Kierkegaard è che le scelte sono irreversibili. Una volta presa una decisione non si torna indietro.

Cerchiamo di capire cosa significa decidere e perché sia importante.

Basta fermarsi un attimo per capire che abbiamo già compiuto una scelta. Leggere questo articolo è scegliere. Per farla breve ogni “frammento” della nostra esistenza è riducibile, metaforicamente, ad una decisione presa o meno. La nostra vita, sino ad ora, può essere vista come un enorme mosaico, fluido, non definito e modificabile di scelte.

Come un mosaico perchè è impossibile ridurre la nostra esistenza in una immagine monotona e schematica. Sinceramente non penso sia neanche possibile trovare un disegno guida o un filo rosso che possa darci una chiave di lettura del nostro vissuto. Se così fosse significa che le nostre esistenze possano essere concettualizzate e ridotte in una singola espressione. Le parole però, come ben sappiamo, non possono equivalere alle cose. La parola “gatto” non è equivalente all’ente “gatto” che mangia, beve e caccia. Così non possiamo pretendere di conoscere la trama della nostra vita, nè tantomeno il suo contenuto nella semplice “memoria”. Lo stesso discorso vale anche per un’immagine simbolica. È vero che il simbolo in qualche modo trascende se stesso, ovvero che il suo significato va oltre la mera immagine, ma neanche questo può rappresentare la nostra vita. Il motivo è semplice, perché così avanziamo la pretesa che in ogni nostra scelta ci sia un motivo comune. Dunque riduciamo la nostra libertà per affermare che ogni decisione è solo un modo diverso di esprimersi di una “scelta originaria”. Volevo parlare un attimo di questo perchè la memoria di noi stessi e del nostro passato, quindi la nostra identità, non è altro che una scelta. Una scelta di ricordarci in un certo modo. Noi non siamo “fatti così”, noi abbiamo deciso che siamo “fatti così” e dunque ci comportiamo in questo modo. Ricordiamo che la nostra maledizione è la libertà, non il destino, non siamo incatenati ad un carattere predefinito.

L’immagine del mosaico non deve avere valore tanto nella divisione che hanno i frammenti, come se la nostra vita fosse un insieme di tanti momenti sconnessi, ma tanto più per il fatto che a seconda di come osserviamo l’intero possiamo creare nuove immagini, delle nuove identità. Questo significa anche che ogni nostra azione non è, necessariamente, definita dalle nostre precedenti scelte, ma che in ogni nostra decisione abbiamo come la possibilità di ricominciare da capo. Per questo si dice che il cambiamento è “dietro l’angolo”, perchè in ogni piccolo momento possiamo davvero ricominciare e rinascere. Siamo noi che decidiamo di rimanere nel nostro stagno anzichè uscirne.

Dunque si può capire che quel carattere di irriversibilità delle scelte non è così “vero” come poteva apparire. Nel compiere un’azione quello che veramente ci segna è come la ricordiamo e come la interpretiamo. Insomma quello che fa davvero la differenza non è tanto come abbiamo agito, ma è come ci raccontiamo a noi stessi la nostra storia (per questo è più fondamentale imparare a parlare con modo a noi stessi). Ovvero è possibile cambiare il passato. Raccontandoci la nostra vita in modo diverso la nostra storia, le nostre azioni assumo significati e strutture differenti che fanno davvero si che il nostro vissuto possa modificarsi. Questo non significa che le azioni stesse che abbiamo compiuto diventano altro, bensì diventano altro nel loro significato di intenzioni, di contesto e significato.

Piccolo esempio.

Un giorno stavo parlando con un amico e mi rispose male e se ne andò. Incominciai a pensare a cosa io avessi detto di sbagliato e mi sentii in colpa per averlo ferito. Tanto che quando lo rividi mi sentii un po’ scomodo, come se ci fosse una condizione tra me e lui che creava tensione. Scoprii poi che quel giorno aveva litigato con una persona importante e che la sua reazione era dovuta a quello. Da quel momento, osservando le azioni in modo diverso, la storia era cambiato in significato e contesto, si era modificato tanto il passato quanto il presente. Quella condizione di tensione non era altro che un prodotto della mia scelta e non una condizione forzata dall’esterno.

Ecco tre aspetti importanti delle nostre decisioni: la non scelta, la scelta come la libertà e la scelta assoluta.

Abbiamo ripetuto fino alla noia che vivere è scegliere, tanto che si potrebbe dire che si esiste perchè si sceglie di vivere. Dunque decidere è il nostro diritto e dovere, almeno finchè siamo vivi. Ma anche non scegliere in qualche modo significa porre una decisione, ovvero lasciare in mano degli altri la tua vita. Non scegliere ci porta in qualche modo a “credere” ad un destino, ovvero ad una forza esterna che guida e controlla le nostre scelte. Ebbene queste forze esterne sono il prossimo. Riprendendo la metafora del bivio, non prendere una scelta è come fermarsi davanti alle nostre due alternative. Soltanto che prima o poi passerà qualcuno che ci convincerà o spingerà dentro una delle due strade. Chi non sceglie nella propria vita si troverà sicuramente ad accusare un destino crudele per la condizione della sua esistenza. E’ una scusa facile per levarsi le colpe di dosso.

Dunque in ogni caso abbiamo e confermiamo questa nostra libertà in e con ogni nostra scelta, qualunque essa sia. E’ importante però ricordare che ogni scelta è come se fosse a se stante, perchè ogni momento è come una nuova partita, dove le condizioni di gioco ce le imponiamo da soli. Questo è ciò che ci sfugge, scambiamo una nostra scelta, per un dogma o per dei limiti esterni. Scegliere è vita e libertà.

“La scelta della vita” o “l’obiettivo della nostra vita” o “la meta della vita” non sono altro che piccoli moscerini resi giganti. Credere di avere una meta da raggiungere è solo un continuare a scegliere di confermare una decisione che avevamo già fatto. Ma questa come tutto in ogni momento può cambiare. Avere una meta è importante per potersi orientare e soprattutto per capire cosa eliminare dalla nostra vita. Ma bisogna stare attenti a non far diventare questa scelta un dogma che incateni la vita e la propia libertà. Perchè un conto è orientarsi con la stella polare, un conto è affannarsi dietro ad una cometa che non si ferma mai.

In conclusione, scegliere è un diritto e un dovere dai quali nessuno può esimersi, oltre che la nostra libertà di essere come vogliamo e desideriamo.

(DIRITTI RISERVATI, NON RIPRODUCIBILE)


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12 risposte a “Un’esistenza di scelte.”

  1. Avatar wwayne

    Il tuo post mi ha ispirato una domanda che spero non risulti indiscreta: qual è la scelta più azzeccata che tu abbia mai fatto?

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    1. Avatar Gabriele Daolio Crestani

      Iscrivermi all’università di Firenze per studiare Filosofia.

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      1. Avatar wwayne

        Firenze è una città meravigliosa. Di quella città ricordo in particolare un pranzo divino alla Trattoria Cornelius: ci sei mai stato?

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        1. Avatar Gabriele Daolio Crestani

          Ha un’atmosfera che ti avvolge di cultura, meraviglia. Probabilmente l’ho vista, ma non ho mai mangiato lì. Ricordo però altri pranzo e cene deliziosi in altri locali.

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          1. Avatar wwayne

            Me li consigli per il mio prossimo viaggio, per favore?

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            1. Avatar Gabriele Daolio Crestani

              Ricordo de: Il vivandiere, La grotta guelfa, Trattoria Oriuolo e a Manifattura tabacchi per l’aperitivo / cena leggera

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              1. Avatar wwayne

                Io invece ti consiglio questi splendidi film: https://wwayne.wordpress.com/2019/12/01/i-10-film-piu-belli-del-decennio/. Ne hai già visto qualcuno?

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                1. Avatar Gabriele Daolio Crestani

                  Di questi neanche uno, ma penso che si possa rimediare

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                  1. Avatar wwayne

                    Lo penso anch’io! Grazie mille per la piacevole chiacchierata e per il follow (ricambiato)! 🙂

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                    1. Avatar Gabriele Daolio Crestani

                      Grazie a te, buon viaggio a Firenze e buona fortuna per tutto 🤗

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  2. Avatar Silvis polis
    Silvis polis

    Non mi trovo d accordo ma credo che tu abbia espresso tante cose insieme in un modo forse anche non troppo ordinato ma pur sempre elegante! Ci sono alcuni errori di battitura ed alcune parole mancanti che è invece cruciale inserire! Grazie dal contributo! Molto bello

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Gabriele Daolio Crestani

      Grazie per la segnalazione, ho provato a controllare e correggere gli errori ed inserire le parole mancanti. Spero ora sia tutto a posto. Condivido il fatto che alcuni argomenti siamo stati semplificati e non poco. Magari più avanti ci sarà modo di poterli approfondire e chiarirli.

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