Trump a capo del (suo) mondo

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Megalomania e idiozia

Donald Trump continua a mostrare grande sfaccettature tipiche delle figure dittatoriali. Se questo non è evidente per tutti probabilmente c’è un grande problema di onestà intellettuale. Il 28 aprile The Atlantic ha rilasciato un’intervista fatta al presidente degli USA che, senza velare cenni megalomani, ha detto «I Run the Country and the World». Ovvero, “io governo il Paese e il Mondo”.

Al di là dell’idea di essere a capo del Mondo, cosa decisamente falsa che purtoppo è creduta da molti, c’è un altro aspetto più ricorrente ed interessante. Tipico soprattuto dei dispotismi. Ovvero l’accentramento e l’attezione pressante sulla propria figura. Tutte le strade portano a Donald Trump e tutto deve essere fatto a sua immagine e somiglianza. Infatti ha ripulito l’amministrazione sino a poter affermare che: «Non ci sono più persone che mi bloccano». Gli Stati Uniti d’America sono il suo giocattolo, sono i suoi Stati Uniti d’America e non il Paese che governa su concessione del voto degli statunitensi.

Il salvatore della Patria

Tutto si risolve e si deve risolvere la sua persona. Sì, in questo caso specifico, quello dispotico-dittatoriale, la politica è un affare personale. A venire criticata è la persona e soprattutto a venir adorata è la persona. L’immagine del salvatore che giungere a portare in salvo un popolo sconfitto e ferito. «Make America Great Again».

Per non parlare del discorso tenuto il 2 aprile rinominato Liberation Day in cui ha messo retoricamente in scena tutti gli espedienti tipici della figura del redentore e del salvatore:

«April 2, 2025 will forever be remembered as the day American industry was reborn, the day America’s destiny was reclaimed, and the day that we began to make America wealthy again».

L’idea della rinascita, del ritorno ai vecchi fasti, alla vendetta contro i sopprusi subiti negli anni, la liberazione dai cattivi oppressori, ecc… Tutto inventato di sana pianta ovviamente. Perché nei decenni precedenti sono sempre stati gli USA a commettere ingerenze nei confronti delle altre Nazioni nel mondo. I grandi importatori di pace e democrazia, con bombe, armi da fuoco e soprattutto guerre combattute fuori dal loro territorio. Perchè se ci devono essere morti per la pace e per la democrazia è bene e meglio che non siano statunitensi. Gli USA sono da sempre pro-guerra per la pace, però preferibilmente fuori casa loro. Lontano. Dove non possono subire danni o essere colpiti. Chiedete anche al premio Nobel per la pace Barack Obama.

Trump, ora, si è invece cimentato in una guerra di dazi, iniziata proprio col Liberation Day. Dazi usati come strumento politico-“religioso” per risanare i debiti e giustiziare comunità politiche come l’Europa che a detta di Trump: «EU is very bad to us». Inventandosi anche l’idea che l’Europa sia stata creata apposta per aggredire e danneggiare gli USA. Quando invece sono stati proprio gli USA, tramite il Piano Marshall, a ridare forma (in tutti i sensi) con aiuti e finanziamenti politico-economici all’Europa del dopoguerra.

Insomma, Trump usa come armi mediatiche principale l’accentramento dell’attenzione sulla propria persona e la creazione di mostri e di nemici che la stessa propria persona è stato chiamato a sconfiggere per salvare gli USA e il Mondo.

Non a caso Trump non ha perso l’occasione di definirsi, durante il discorso inaugurale, come il prescelto e affermando che fu salvato dall’attentato proprio da Dio per poter salvare l’America:

«I was saved by God to make America great again».

Idolatria fantasma

No, Trump non ha avuto tutto questo successo e seguito mediatico che sperava. O di cui tutt’ora è convinto.

Oltre 100 università hanno fatto causa a Trump per ingerenza politica, soprattutto dopo i tagli e le restrizioni contro gli atenei. Come le folli politiche di selezione, essenzialmente, razziale degli studenti e altre pazzie.

Anche i grandi magnanti della tecnologia come Bezos, Zuckerberg e lo stesso Musk dopo i dazi hanno preso un po’ le distanze. Soprattutto perché a causa dei dazi hanno subito un crollo economico non indifferente. Come riportato da Open:

«Per Meta di Mark Zuckerberg i dazi sono stati la causa principale di un crollo pari al -9%, quantificato con una contrazione della fortuna personale del newyorkese di 18 miliardi di dollari. Numeri simili anche per Amazon, -9% e 16 miliardi in meno di patrimonio rispetto a due giorni fa per Jeff Bezos. C’è poi il capitolo Elon Musk, che negli ultimi mesi ha visto con i suoi occhi il suo patrimonio picconato di 100 miliardi a causa della sua attività politica al fianco di Trump».

Per non parlare delle manifestazioni contro l’amministrazione Trump come: «Hands off»; quelle di New York, Chicago e Washington; «50501» ovvero “50 proteste in 50 Stati in un giorno”…

Tutti bugiardi, tranne me

Per il Washington Post e Cnn il gradimento di Trump tra la popolazione è il più basso della storia per i primi giorni di una presidenza (rispettivamente al 39% e al 41%).

Sky tg24

Ai sondaggi Trump ha prontamente risposto: «Non abbiamo più una ‘stampa’ libera e onesta in questo Paese. Abbiamo una stampa che scrive brutte storie e che imbroglia, alla grande, sui sondaggi. È compromessa e corrotta. Triste!».

Ovviamente, tutto ciò che non è a suo favore o che non lo elogia è frutto di distorsione della realtà. Il fatto è che sembra che le persone si stiano accorgendo che l’unica realtà distorta, la più distorta, è proprio quella della propagnda trumpiana.

Giusto per farvi capire. Nell’intervista rilasciata a The Atlantic a Trump è stato chiesto cosa potrebbe accadere se dovessero accadere degli errori riguardanti le deportazioni che stanno avvenendo. Ovvero, cosa accadrebbe se venisse deportata una persona sbagliata. La risposta è stat la seguente:

«Lasciatemi dire che niente sarà mai perfetto in questo mondo». (TGcom24)

Domani qualcuno arriva e bussa alla vostra porta. Voi aprite. Vi prendono e vi accompagnano fuori da casa vostra. Il giorno dopo siete deportati come clandestini in un altro Paese. Magari in una prigione di massima sicurezza con altri detenuti pericolosi. Tutto sommato al signor K de Il processo di Kafka non era anadata così male. Almeno non aveva Trump.

Ma prima di concludere facendo sembrare una mera lamentala, vorrei ricordare, come già fatto precedentemente, che queste amministrazioni e personaggi non arrivano dal nulla. Il silenzio, la propaganda, l’accettazione e la demagogia portano a queste conseguenze.

Deportazioni arbitrarie. Razzismo. Dazi. Guerre. Repressioni. Mistificazioni e complottismo.

Se voi siete a favore di tutto ciò allora mettevi pure in fila e aspettate col sorriso che l’amministrazione che avete votato venga a prendervi a casa vostra e a deportarvi perché a loro sta bene così senza che ci sia una valida giustificazione legale.


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