Una vita narcolettica
Perché andare a letto presto, di buonora, non significa (tra le altre cose) perdere vita, il non vivere? Non significa lo stare alle buone maniere e sottomettersi agli rigidi schemi sociali della routine quotidiana che ci rende automi privi di quella pulsione, di quella scintilla, vitale che si ribella all’incatenamento all’uguale e alla narcolessia?
À la Recherche du Temps Perdu
«Longtemps, je me suis couché de bonne heure»
(«A lungo mi sono coricato di buonora»)
Marcell, il narratore della Recherche, apre il suo racconto confessandoci che: «Longtemps, je me suis couché de bonne heure». Il suo grande, interminato e interminabile viaggio ha inizio con la veglia, con la rottura della narcolessia e del sonno automatico.
Andare a letto di buonora implica l’essere incastonato dentro meccanismi più grandi di noi, che guidano e che scandiscono l’andamento della totalità della vita del soggetto. Prima non c’è racconto perché finché Marcell è andato a letto di buonora non aveva vita né tempo interiore.
Il suo tempo era quello dei meccanismi sociali, freddi, estranei, fatto di menzogne abbellite come verità. Come può esserci un racconto senza esperienza?
Once Upon a Time in America
«What have you been doing all these years?»
«I’ve been going to bed early»
(«Sono andato a letto presto»)
Noodles, protagonista di Once Upon a Time in America, riemerge nella storia quasi dal nulla e quando gli viene chiesto: «What have you been doing all these years?», lui risponde: «I’ve been going to bed early», ovvero nulla. Tra la storia della sua gioventù (recuperata in flashback) e l’attualità non c’è nulla, solo un andare a letto presto.
Il vuoto di un automatismo che non lascia né ricordi né fantasmi. Solo una frase che non fa emergere nessuna immagine se non il nulla stesso.
Meccanismi e ingranaggi
La notte, dormendo, non è campo di vita, viene precluso dal sonno ristoratore che è necessario per il moto determinato delle relazioni sociali (cristallizzate nell’abitudine che ha reso una prodotto tecnico culturale in una verità eterna e assoluta), ovvero ad una vita dominata dalla razionalità, come robotizzata e spoglia di pulsioni e di desideri.
Il giorno come pura razionalità e determinazione programmata è lo spazio in cui viene incatenato chi va a dormire presto.
La notte, simbolo di vitalità pulsioni desiderio e irrazionalità, viene preclusa, terreno irraggiungibile che non deve essere calpestato. Simbolicamente, chi va a letto presto come Noodles prima va per bisogno e necessità. I ritmi sociali meccanici impongono una scansione e gestione delle energie.
Poi entra l’abitudine. Successivamente gli automatismi spoglia da coscienza, da desiderio e da volontà. Infine, questo ritmo diventa verità accettata e autoimposta.
Tempo vuoto è tempo perso
Il tempo della mondanità, governato dagli automatismi, dal peso delle verità di ferro della società è tempo perso, è senza vita. E il tempo perso non è vissuto, bensì perso sempre è un nulla che in quanto tale non può che essere non essere raccontato poiché di esso non ve ne è alcun ricordo.
Il giorno è il tempo dell’utile, degli obblighi, del lavoro, delle regole sociali. La notte è il tempo dell’inutilità, delle attività che non servono al funzionamento della società. Bensì, è la dimensione in cui il soggetto può reinventarsi e può tradire il proprio ruolo che svolge e la propria maschera che indossa entro le necessità della convivenza sociale.
Andare a letto presto di buonora è la formula che manifesta il processo di assorbimento, assoggettamento e autoimposizione di usi e di parole che col tempo e la passività sono diventate attivamente per il soggetto la sua verità.
Il soggetto va a dormire presto, ovvero anticipando qualcosa e seguendo come una forzatura che lo conduce a rinunciare a qualcosa. Di buonora, dove la buona ora non può che essere concepita secondo un ritmo imposto e assorbito da forze e strutture esterne.
Il buono-giusto e il malvagio-sbagliato sono l’utile e il suo opposto, divenuti verità per forza inerziale.
Possiamo dire che andare a letto presto di buonora è la vita di chi vive secondo la verità della società scandita da ritmi meccanizzati, priva di tempo interiore e di pulsioni vitali.
oppure iscriviti alla mail list per rimanere aggionati

Supporta l’attività di Get Back
Un piccolo contributo è un grande gesto per permettere di continuare a pubblicare con tranquillità e sostenere le spese del sito.
1,00 €


Lascia un commento