Maestro Shifu: il dono del presente

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Dover controllare

Maestro Shifu, il piccolo panda rosso, è uno dei personaggi che in Kung Fu Panda vive una delle più profonde e significative trasformazioni. Ancora più sconvolgente dello stesso protagonista Po il panda.

Shifu è uno dei capi del grande tempio della Valle della Pace che affianca il grande saggio e suo maestro Oogway la tartaruga. Shifu è sempre irrequieto, corre, si affanna, lotta… ha bisogno di dare ordine e razionalità al mondo attorno a sé e non riesce ad afferrare lo stile di vita del suo maestro. Oogway di contro, da buona tartaruga, segue il corso degli eventi e comprende accettando con forza lo sviluppo degli eventi secondo l’ordine del tempo (come avrebbe detto il filosofo greco Anassimandro).

Quando è il momento per Oogway di andare via lui va, senza turbamenti, senza forzature. Shifu rimane, invece, disorientato e cerca di trattenerlo, di controllare. Senza il suo maestro si sente perso, perchè non ha più qualcuno che gli può dare risposte.

Shifu non capisce e continua ad affannarsi cercando di controllare e di analizzare razionalmente la vita. Shifu deve controllare la vita per non perdersi.

Il caso non esiste

No non stiamo parlando di destino. Maestro Oogway non dice mai che tutto è già determinato, semplicemente nega il contrario. Ciò di cui è certo è che nulla avviene per caso. E per una volta invito tutti a non fare altre conclusioni. Dire che niente è nero, non significa che allora tutto è bianco.

Il caso non esiste.

Shifu fa il nostro stesso errore e cerca continuamente di capire perché allora tutto avviene in un certo modo e non in un altro. Per lui se quello che accade non può essere controllato o previsto razionalmente, allora deve essere già predeterminato.

Capiamoci meglio. Shifu ha bisogno di poter controllare le cose e gli eventi. Nel caos Shifu può comunque agire con forza e programmazione. Se vuoi puoi, potrebbe malamente racchiudere questa convinzione. Se tutto è caotico, la forza, la programmazione, il controllo premeditato può agire in quanto legge che riesce a dare un ordine. Shifu rappresenta l’intelletto e la razionalità sfrenata, che cerca di dare spiegazioni, significati e motivi razionali agli eventi della vita.

Ora, a partire da ciò, segue che se il caso non esiste allora Shifu si trova senza bussola. La sua forza razionale perde di senso. In un mondo che non è più caotico non ha più senso combattere per dare ordine. Infatti, Shifu litiga e rinnega l’atteggiamento del suo maestro Oogway. E soprattutto non lo comprende correttamente. Per Shifu Oogway accetta tutto con passività, come soggetto ad un destino.

Shifu crede che l’assenza del caso significhi la presenza di un destino a cui non è possibile ribellarsi. Noi moderni siamo figli del secolo dell’esistenzialismo e sentiamo ancora il carico di Sisifo di Albert Camus. Abbiamo la sensazione di dover lottare contro l’assurdo e il caos della vita. Di dover dare un senso alla vita. Oogway ha compreso che lottare e controllare per dare per forza un senso e un significato è assurdo. Ma Shifu, come noi, vede stoltamente in lui solo una passività alla vita.

La pace interiore

Shifu cerca continuamente la pace interiore. La quiete. La calma. La staticità. Il controllo. E non la riesce a trovare.

Questa è la pace mentale e di spirito che noi oggigiorno cerchiamo. A cui siamo stati educati a cercare. Il controllo delle passioni, dei pensieri, dei sentimenti, del respiro… E infatti perdiamo sempre. Finiamo in burnout. Mandiamo al diavolo relazioni. Finiamo in depressione. Alimentiamo ansie. Giungiamo a volte al suicidio.

Non è vero che volere è potere, non è vero che più desideri e vuoi qualcosa e più facilmente la conquisterai. Non fatevi ingannare dall’affanno del consumismo sfrenato. È però vero che più desideri qualcosa e più sarai schiavo e affannato dall’oggetto che desideri.

La felicità come una farfalla si adagia su chi cammina perso con la testa rivolta verso il cielo e non su chi la rincorre.

La pace interiore non è un oggetto di conquista, ma un dono che può essere accolto solo se si è nelle condizioni di poterlo accogliere. Più la si desidera e meno la si trova.

Oogway accoglie la vita e la farfalla si adagia su di lui, Shifu la rincorre e allora gli sfugge.

Oggi è un dono

La vita non è puro caso. La vita non è puro destino. Quello che sappiamo è che il caso non esiste.

Shifu lentamente giungerà a comprendere il profondo insegnamento del suo maestro senza arrivare a credere né in un destino né in un caos a cui bisogna dare ordine. Quello che accade non è un caso, nulla di più nulla di meno.

Questa, in un certo senso, è la necessità di Spinoza. Nulla è predeterminato, nulla è frutto del caso, ma tutto ha una ragione. Ragione che non deve essere confusa con il bisogno di dare senso, significato o valore psicologico agli eventi.

Non è necessario né cercare creare ragioni, motivazioni o spiegazioni. Il discorso è il seguente: ciò che accade, non avviene perché deve accadere né avviene per caso o per sbaglio, ma semplicemente perché si sono presentate delle condizioni (cause) che non potevano non farlo accadere.

L’insegnamento di Oogway, che Shifu accoglierà a fatica, è quello di accettare che a volte la farfalla non si appoggia su di noi mentre a volte sì. Non lo puoi né sapere né prevedere.

«Yesterday is history,
tomorrow is a mystery,
and today is a gift…
that’s why they call it present».

Present in inglese ha il doppio significato sia di presente che di regalo-dono. L’affanno del desiderio e della conquista e del controllo significa continuare a muoversi tra passato e futuro, rifiutando quello che si sta vivendo. Il che non significa altro che rifiutare il dono del presente, di quello che si sta vivendo che è semplicemente quello che è: ovvero, non è un caso.

Oogway non rivolge queste parole a Shifu ma a Po, ma resta comunque questo l’insegnamento che Oogway cerca di dare sia a Po quanto a Shifu. Mentre a Shifu stesso, non a caso, gli dirà:

«Mio vecchio amico, il panda non adempirá mai al suo destino né tu al tuo, finché non rinuncerete all’illusione del controllo».

(Prendete il termine destino con le pinze, non come la destinazione già prevista, ma come ciò che accade secondo l’ordine del tempo)

Nel passato Shifu cerca la ragioni, le motivazioni e le spiegazioni cha danno senso al suo presente, così arrivando a rifiutarlo. In questo modo, da importanza a quello che era e non a quello che ora è. Nel futuro, invece, si affanna nella ricerca di come vorrebbe che fosse il suo presente. E anche in questo modo, rifiuta il presente desiderandone un altro.

Shifu arriverà a trovare la sua pace interiore solo quando comprenderà che «il caso non esiste» significa saper accettare il dono del presente così come avviene senza affannarsi a trovare ragioni nel passato e desideri nel futuro.

Shifu grazie ad Oogway comprende che non c’é né fortuna sfortuna, ma solo la capacità di saper accogliere il dono di ciò che ci accade, ora nel presente.


Consiglio musicale: Let It Be – The Beatles – Let It Be 1970

Qui invece trovate il dialogo tra Shifu e Oogway che riassume il confronto e le loro differenze iniziali.


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