Criceto Ciro è sempre in movimento. È sempre lì nella ruota e mentre lui si muove, quella gira e gira e gira. Ma quello che non sapete, e che non capite, è che Ciro correre disperato dietro i ricordi. Un corridore nostalgico. Lui corre e correndo non fa altro che tornare indietro. A differenza di molti criceti è spaventosamente magro, come uno stecchino, ma è normale essere quasi inesistenti quando non si vive nel presente. Purtroppo il magro criceto crede di non riuscire a vivere nel presente, i suoi ricordi son così belli e pieni di gioia che non può far altro che rincorrerli, scappando via. Ma Ciro non ha capito che non potrà mai apprezzare nuove torte se non ne assaggia più nessuna. Fatto sta che il nostro animaletto passa giorno e notte in quella eterna ruota. Ma se la vita non fosse un cerchio chiuso, ma un cerchio aperto? Ma com’è un cerchio aperto? Beh è un paradosso, è logicamente insensato. Così come la vita. Alla vita bisogna darle una forma, ma un forma che non sia rigida, perché bisogna potersi muovere. Ecco sì, una forma come un cerchio. Ma comunque bisogna ricordarsi di lasciare dello spazio al cambiamento, all’imprevedibile. E anche il cerchio, la forma più morbida, non è in grado di lasciar spazio alle alternative della vita. Dunque il cerchio deve essere aperto. Ciro sta ancora correndo. Ora però rallenta! Si sta davvero fermando? Sì si è fermato. Ma è dentro alla ruota, è dentro al cerchio. Come potrà uscire? A volte è più facile trovare la risposta che rispondere. Ciro alza a testa, guarda prima a destra e poi a sinistra. La ruota, il cerchio, è aperto e Ciro è di nuovo aperto alla vita.


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