Bruno: Lucio, usciamo? Devo andare a prendere le sigarette.
Lucio: Ma sei impazzito?
Bruno: Ne ho bisogno. Ho soprattutto bisogno di uscire.
Lucio: Non è necessario. Non metterò a rischio la mia vita per delle sigarette.
Bruno: E se andassi solo io?
Lucio: Pensi che risolverebbe il problema? Anche se uscissi solo tu, anche io sarei comunque esposto al pericolo.
Bruno: Ma perchè? Alla fine tu rimani qua al sicuro e son solo io quello che si espone.
Lucio: Eh no Bruno. Non funziona così, perchè se tu esci, poi rischi di essere visto. Lo sai che le truppe son molto vicine. E se ti vedono poi rischi di portarli qui. Così tu fai i tuoi comodi e io ci rischio la pelle. No grazie.
Bruno: Starò attento, non darò nell’occhio. Non mi fermerò a parlare con nessuno. Sarò veloce e furtivo.
Lucio: Sappiamo bene che non riusciresti a non fermarti. E poi sai bene che le zone sicure attorno a noi son poche e spesso già occupate da qualcuno. In questi giorni non possiamo permetterci idiozie. Siamo davvero a rischio vita.
Bruno: Eddai Lucio! E’ passato un mese dall’ultima volta che siamo usciti. Ho bisogno della luce. Ho bisogno di aria. Ho bisogno di riprendere, anche per poco, un frammento di quella realtà che abbiamo perso con questa guerra.
Lucio: Bruno, credimi, non sei l’unico che soffre. Ma non possiamo cedere, perchè per un poco di libertà illusoria ci giochiamo la vita. Il gioco non vale la candela.
Bruno: Resilienza! Ecco la tua parola magica, peccato che non faccia nessuna magia!
Lucio: Questa bella parola significa la capacità di superare momenti traumatici.
Bruno: A me sembra semplicemente un continuo rimandare il punto d’arrivo. “Siate resilienti!”, così ci spronano alla radio. Ma alla fine ci dicono solo “resistete ancora un po’, poi un altro po’ ancora, poi magari giusto un altro po’”.
Lucio: Non penso tu stia vermante comprendendo la situazione. Fuori c’è una guerra! Né noi né loro sappiamo quando finirà.
Bruno: Allora perchè continuano a prometterci che tra poco finirà, ma poi ci dicono di aspettare ancora?
Lucio: Stavolta Bruno non so davvero che dirti… Questo non lo comprendo neanche io.
Bruno: Usciamo! Lucio! Andiamo, un briciolo di libertà, un respiro di realtà in questa assurdità. Lo vedi anche tu che ci stanno illudendo continuamente, anche se non rispettiamo la regola per una sola volta, per soli pochi secondi. Loro non fanno altro che illuderci. Dicono che ci comprendono. Dicono che sanno come ci sentiamo. Dicono che soffrono con noi. Dicono che siamo tutti coinvolti in questa faccenda. Sai che ti dico? Hanno ragione, siamo tutti coinvolti. Ma non lo siamo nelo stesso modo. Loro, i nostri politici, loro, i nostri capi, loro i nostri rappresentanti, non stanno vivendo in uno scantinato sotterraneo, lugubre, ammuffito, con la sola luce artificiale che illumina giorno e notte nello stesso modo. Non c’è più vita. Non c’è più un ritmo della vita, ma solo per quelli come noi. Per quelli come loro non è diverso da prima. Sono i nostri rappresentanti, eppure non ci rappresentano. Le grandi cene, lo sfarzo, le risate, il vino a tavola, vestiti di marca, atri spaziosi e soleggiati, non è ciò che ci rappresenta Lucio. La continua affannata ricerca di potere, di approvazione, di uno stipendio più alto. Lucio noi qua fra poco neanche tiriamo a fine mese, come fanno loro a essere ciò che ci rappresenta. Come fanno loro che vivono in un altro modo a portare le nostre idee, i nostri veri bisogni? Certo ne potranno anche parlare, ma per loro sono solo parole, per noi sono la nostra vita, le nostre fatiche quotidiane. Per loro solo un cavallo di battaglia per prendere consensi. Loro continuano e continueranno a rappresentare solo loro stessi. In questa vicenda non siamo tutti uniti. Ognuno bada a se stesso. Solo una cosa ci rimane, almeno questa piccola, futile, parvenza della vita che avevamo. Loro lo sfarzo, noi una piccola illusione. Dai Lucio, una boccata d’aria…
Lucio: Bruno, come hai detto te, per ora siamo soli. Evitiamo di metterci da soli in pericolo. Nessuno esce. Se non vuoi farlo per me, fallo almeno per la tua vita.
Bruno: Però io ho bisogno di respirare, sai cosa intendo… Ho bisogno di vedere e sentirmi in uno spazio non confinato da quattro mura.
Lucio: Anche io ne ho bisogno. Però rifletti, se siamo davvero così soli, dobbiamo stare davvero molto attenti. Non penso che rischiare la salute per un’uscita valga la pena.
Bruno: Io ci rischio la salute mentale così.
Lucio: Dobbiamo imparare ad aspettare, che non significa rimanere in balia del tempo, bensì di non continuare a volere tutto subito. Ci vuole del tempo per i cambiamenti.
Bruno: Hanno avuto mesi per portare un cambiamento. L’unica cosa che è davvero cambiata è che la nostra condizione et peggiorata, la loro migliorata.
Lucio: A maggior ragione se siamo in balia di noi stessi dobbiamo essere responsabili, ma non per rispettare le loro regole, tanto più per proteggere noi stessi e chi amiamo.



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