1) Gigi ma chi sei?

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C’è il sole, sembra essere una giornata come le altre, così come Gigi sembra esser una persona come le altre. Stamattina si è alzato come molte altre volte e come molte altre mattine ha fatto colazione con i suoi biscotti preferiti i “Nascondini” e latte caldo. E’ sì una giornata come le altre, eppure Gigi, che è una persona come le altre… beh nulla ha tanti presentimenti come molti altri. Si sta preparando per andare a scuola, è pronto ad uscire con il suo zaino ma poi sua madre lo ferma dicendogli che la scuola è chiusa. Chiusa? Ma perché? In effetti di domenica le scuole non sono aperte. E’ un po’ confuso, tutto è come molte altre volte, una giornata di sole, la solita colazione, il solito cane, il solito zaino… Insomma nulla di nuovo. Oggi però un qualcosa di nuovo c’è, si sente un po’ strano. Eh sì, proprio così, si sente addirittura strano, in mezzo a tutte queste cose che sono solite, scontate, abitudinarie lui che sarebbe la cosa più scontata tra tutte si sente strano, insomma non solito. Si sta guardando attorno e non capisce bene. Tutte quelle cose che ha in casa sono lì, sono sempre state lì, eppure è come se non ci fossero mai state. Ma sono i mobili, i giochi, i libri, i vestiti ad essere stati normali e scontati o sei stato tu Gigi a pensare che lo fossero? Beh te lo chiedo così, tranquillo non ti scaldare. Ecco arriva la mamma così finalmente si distrae e non rimane arrabbiato. “Andiamo è ora”. Ma per dove? Ah giusto oggi Gigi deve andare lì. “Metti giù quello zaino che oggi non ti serve e muoviti dai. Dai veloce!”. Veloce Gigi non ti conviene farla arrabbiare… Aaah finalmente ci siamo quasi, il viaggio non è stato molto piacevole, ma ora è finito che importanza ha? Gigi scende dall’auto ed entra con la mamma in questo locale, ma sì sono da un dottore ecco! “Ciao Luigi, io sono Marta”. “Ciao”. “Bene, viene qui, siediti pure”. Non è molto convinto, si nota. Si vede che inizia a notare che non è un dottore come gli altri, insomma non ha lo stetoscopio, né gli abbassalingua e nemmeno un termometro. Però ha delle ottime caramelle ed è molto gentile. Continua a chiedere tante cose di cui la pediatra non si era mai interessata, cose tipo: cosa ti piace mangiare, quali sono i tuoi hobby, come sono i tuoi amici e cosa ti piace fare. Dai Gigi rispondi, non ti mangia mica come tu hai fatto con le venti caramelle che hai preso… Nulla. Solo due risposte ha dato: “Boh” e “Ma tanto è uguale” e senza ovviamente capire a cosa si riferisca. Mi sembra che non sai proprio che fare. Sei indeciso e senza energie. Insomma guardati ed ascoltati, neanche una risposta seria riesci a dare. Va bene mi correggo, nelle tue <non-riposte> hai detto più di quanto possa sembrare. Lo sai bene Gigi, tutto ormai ti sembra ovvio e scontato. Ma se tutto cambiasse? Vabbè, ma giustamente non hai da preoccupartene. Intanto la dottoressa dopo circa venti minuti di monologo, perché Gigi eh non hai parlato, ha deciso che puoi anche andare. <Libero!> pensa Gigi, bah, lo sei davvero? Sei in macchina finalmente e la stessa strada che ti porta a casa è noiosa, la solita con le solite cose. Sei entrato nella tua solita casa. E se il mondo fosse tutto diverso, ogni momento diverso al precedente? Forse Cézanne aveva ragione a fare tutti quei quadri. Sì sei tornato a casa e tutto quello che hai visto lì fuori ti è sembrato… normale. Eppure tu continui a sentirti strano. Che strana parola strano. Ma che vuol dire di preciso? Comunque anche se non sai cosa voglia dire la parola strano, tu Gigi ti senti strano, ma il resto è normale. Forse ho qualche idea… Forse sei strano perché in realtà tu sei sempre diverso. Sì perché io ora che sto parlando di te, non è altro che un copione che viene ripetuto da qualcuno che leggerà quello che scrivo, che dirà e racconterà esattamente le stesse cose che io sto scrivendo in questo presente che sarà però passato allo stesso momento. E ognuno poi raccontando esattamente le mie stesse cose le vedrà, vivrà, immaginerà in un modo completamente diverso dal mio. Gigi, mi spiace, penso che sarai sempre un po’ <strano>. Oppure siamo strani noi, i lettori-narratori della tua storia?

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